Stephen King e Il Buono, il Brutto e il Cattivo
Cosa ha a che fare Stephen King con il famosissimo Spaghetti Western “Il Buono, Il Brutto e Il Cattivo“? E’ quello che scoprirete con l’aneddoto che sto per raccontarvi!
Non è un mistero che la cinematrografia italiana degli anni 70 e nello specifico il genere definito “Spaghetti Western” abbia influenzato e ispirato molti artisti internazionali tra i quali, famosissimo estimatore, Quentin Tarantino. Tuttavia, solo di recente ho scoperto l’influenza che ha avuto “Il Buono, Il Brutto e Il Cattivo” nella produzione del romanzo d’esordio di uno dei più famosi scrittori contemporanei: Stephen King.
Per Natale ho ricevuto in regalo l’intera saga de “La Torre Nera” che comprende ben 7 volumi. Si tratta di un’opera di Stephen King scritta tra il 1970 e il 2002, il cui primo volume “L’Ultimo Cavaliere” è stato anche il primo libro scritto dal famoso autore di best sellers.
Ma veniamo al nostro aneddoto la cui fonte è lo stesso Stephen King.
Era proprio il 1970 quando Stephen King andò a vedere, in una piccola sala cinematografica del Maine, “Il Buono, Il Brutto e Il Cattivo“, diretto da Sergio Leone e musicato dal nostro Ennio Morricone. Il film era trasmesso, come di consueto ai tempi, in CinemaScope proiettato su schermo Panavision.
Stephen King ha sempre saputo di voler fare lo scrittore e da circa tre anni stava ragionando su quale dovesse essere il suo romanzo d’esordio. La visione de “Il Buono, il Brutto e il Cattivo” fu determinante in questa scelta. Decise infatti, dopo la visione del film, che avrebbe scritto “il più lungo romanzo popolare della storia” e di un genere sicuramente non inflazionato: un Fantasy Western.
Non è stato forse il romanzo più lungo della storia ma è decisamente posizionato bene in classifica! Un’unica storia di circa 5500 pagine.
Ecco come racconta lo stesso Stephen King la visione de “Il Buono, Il Brutto e Il Cattivo:
Su schermo cinematografico, proiettato con il giusto obiettivo Panavision, “Il Buono, Il Brutto e Il Cattivo” è un film epico che rivaleggia con Ben Hur… Clint Eastwood sembra alto 6 metri… I solchi che incorniciano la bocca di Lee Van Cleef sono profondi come il canyon… e le canne delle pistole sono più o meno lunghe come l’Holland Tunnel.
Più che l’ambientazione, ciò che desideravo di più era l’elemento epico, le dimensioni apocalittiche.
Desideravo scrivere un romanzo epico e per certi versi ci sono riuscito. Se doveste chiedermi perchè lo volessi fare, non vi saprei rispondere. Forse dipende in parte dall’essere cresciuto in America: costruisci l’edificio più alto, scava la buca più profonda, scrivi il libro più lungo.
Al momento mi era sembrata una buona idea.
E lo è stata davvero, non vedo l’ora di tornare a leggere!
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