Cat Stevens: una Terapia per l’Anima
Potrei parlarvi per ore di cantanti celebrati e osannati, di cantanti maledetti, di fenomeni della chitarra, di virtuosi della batteria e tanto altro ancora e ci arriveremo…
nei prossimi articoli nella rubrica VedoVintage dedicata alla musica, ai gruppi e ai cantanti degli anni 50, anni 60, anni 70 e anni 80.
In questo breve spazio, che inaugura la Sezione Cantanti della rubrica “A Suon di Vintage“, vi voglio parlare di un’artista molto famoso negli anni ’70 ma poco conosciuto dalle nuove generazioni; il suo nome è Cat Stevens o come si fa chiamare da un po’ di tempo, dopo la sua conversione all’slamismo, Yusuf Islam.
Cat Stevens è nato a Londra da padre greco-cipriota e madre svedese (e già questo spiega molto sull’impronta che ha dato alle sue canzoni, in cui riecheggiano sonorità delicate e richiami alla tradizione greca), si può tranquillamente affermare che per il suo cosmopolitismo Cat Stevens è il classico tipo di cantautore per tutti i gusti e tutte le stagioni.
Lo puoi sentire d’estate in vacanza sotto una palma con il tuo cocktail sull’amaca, lo puoi gustare d’inverno con una bella tazza di thè caldo fumante ed un buon libro, lo puoi sussurare in autunno come sottofondo mentre studi, lo puoi ascoltare e urlare al massimo del volume e spalancare le finestre al primo sole di primavera.
Il “ragazzo”, dicevamo, era molto famoso negli anni ’70. Il suo apice lo raggiunse proprio nel 1970 con l’album “Tea for the Tillerman” e nel 1971 con il successivo “Teaser and the Firecat” in cui sono contenuti i suoi, a mio modesto parere, pezzi migliori da “Father & Son” a “Lady d’Arbanville”, da “Moonshadow” a “Wild World”, da “Peace Train” a “Morning has Broken” fino ad arrivare alla stupenda e corale “Longer Boats”.
Sono canzoni che la maggior parte dei “vecchietti” come me ricorda con molto piacere già dalle prime note, canzoni che sanno di buono, di quell’ingenuità tipica degli anni ’70 che è difficile ritrovare gli anni a venire.
Molti invece, anche i più giovani, ricordano sicuramente le due canzoni più famose, “Father & Son” e “Wild World”, perché dal 1970 in poi furono saccheggiate e usate per ogni tipo di pubblicità.
Proprio mentre sto scrivendo inizia a scendere la pioggia. Al vecchio Cat e alla sua malinconica allegria devono essere fischiate le orecchie. Ehi amico, tranquillo, sto parlando bene di te, non ti preoccupare…
Ascoltare Cat Stevens è come tuffarsi in un’altra epoca, in un mondo vivo e reale fatto di semplici strumenti come una chitarra, un pianoforte e una voce. Apprezzare Cat Stevens e la sua musica è come bere un buon vino davanti al camino.
Cat Stevens è la sicurezza dell’anima, non ti tradirà mai e ti sentirai sempre meglio ogni volta che vorrai mettere su un suo cd.
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